Anoia, cane massacrato di botte e legato per le zampe (?)

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Un barbaro e macabro episodio si è verificato probabilmente nella notte di ieri nel comune di Anoia. Come si apprende dalla pagina Facebook del Sindaco Alessandro Demarzo un cane privo di vita e con le zampe posteriori legate è stato rinvenuto ai bordi di una strada. La foto sembra parlare chiaro, zampe legate, tanto sangue a terra e un pezzo di legno di lato alla povera bestiola. I commenti non tardano ad arrivare, da una prima analisi sembra che il cane sia stato legato per le zampe, e poi massacrato di botte. I cittadini, nonostante si lamentino del problema del randagismo, sono ovviamente scioccati da quanto accaduto, lasciandosi andare in commenti abbastanza forti in difesa degli animali. Tra i tanti però ve ne sono due che forse potrebbero spiegare la realtà dei fatti. Si legge infatti che sembra si sia trattato di un incidente stradale in cui il cane, purtroppo, è stato centrato in pieno, ed in un secondo momento trasportato dal centro della strada ai lati. Non si sa realmente come siano andate le cose, ma qualunque cosa sia successa dovremmo imparare ad avere un po’ più di rispetto per gli animali, ricordandoci che negli ultimi anni hanno acquisito sempre più diritti, e ricordando anche che chiunque investa un cane randagio o “privato” ha l’obbligo di fermarsi a prestare soccorso accertandosi delle condizioni dell’animale, ed avvertendo i numeri competenti ed il veterinario di  zona.

Il nuovo articolo 189 del Decreto Legislativo 285 del 1992 specifica che ‘l’obbligo di fermarsi e porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso è riferito agli animali d’affezione, da reddito o protetti’. In base alle leggi speciali ‘d’affezione’ sono cani e gatti, ‘da reddito’ sono gli animali tenuti a scopo di lucro e sostanzialmente animali d’allevamento, ‘protetti’ sono le specie di fauna omeoterma. Ma la volontà del Legislatore di circoscrivere l’area di applicazione della norma è caduta con l’utilizzazione del termine ‘protetti’ poiché tutti gli animali in base al titolo IX-bis del Codice penale sono protetti dai maltrattamenti e la mancata somministrazione di cure ad un animale è stato identificato da sentenze della Corte di Cassazione come un vero e proprio maltrattamento. Quindi, oltre che per dovere civico e buon senso, l’obbligo di fermarsi a chiamare aiuto valgono per tutti gli animali. Anche perché difficilmente nell’impatto si sarà capita l’esatta specie dell’animale e anche dopo essersi fermati – a meno di preparazioni zoologiche e giuridiche specifiche – per alcuni ambiti si potrà continuare a non essere certi della categoria d’appartenenza”.(LAV- Lega antivivisezione)

“Nel caso in cui l’animale sia morto, bisognerà seguire sempre come sopra indicato avvertendo un corpo di Polizia. Andrà certificata la morte da un medico veterinario e per i casi più delicati l’esame autoptico deve essere fatto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della provincia nella quale è avvenuto l’incidente”.

L’obbligo è di fermarsi e chiamare soccorso ovvero un veterinario o una Forza di Polizia così come si fa per incidenti con umani. A prescindere dalla mole dell’animale, se non sono io stesso un veterinario, non devo muovere l’animale ma attendere i soccorsi. Potrò chiamare il Corpo Forestale dello Stato (1515), i Carabinieri (112), la Polizia di Stato (113), la Guardia di Finanza (117), le Polizie Municipali-Locali-Provinciali Centralini Comuni e Province, i Servizi Veterinari Aziende USL, i Centri di recupero fauna selvatica e lo studio medico veterinario più vicino www.struttureveterinarie.it, anche con App da telefonino”.

 

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