Formazione a distanza: successo da Nord a Sud

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Crescono gli iscritti alle Università online in Italia. Solo il 2015 ha registrato un incremento di iscritti rispetto all’anno precedente del 17% circa e i segnali che indicano che crescita aumenterà nei prossimi anni ci sono tutti. E d’altronde, al di là di chi sostiene che le lezioni online non hanno la stessa efficacia di quelle frontali negli Atenei tradizionali, esiste un riconoscimento della loro validità da parte del MIUR e una legge che le riconosce a tutti gli effetti. Ma il loro successo non dipende dal solo riconoscimento ufficiale, bensì da una serie di convenienze che è difficile considerare superficiali. La formazione a distanza è una forma di istruzione che soddisfa le esigenze di moltissimi studenti, da Nord a Sud. Vediamo quali sono alcuni dei motivi.
Innanzi tutto la presenza degli Atenei tradizionali sul territorio italiano, per necessità logistiche, è riservata ad alcune città storicamente rappresentative della formazione, generalmente capoluoghi di regione. Se si vuole essere più precisi, tra l’altro, bisogna fare i conti con la presenza formativa, sul territorio nazionale, che non è equilibrata. Ci sono regioni molto meglio servite di altre, con il risultato che chi vive in Calabria non ha le stesse possibilità di chi vive in Lombardia. Infatti i calabresi possono contare su un Ateneo prestigioso a Rende senza però poter contare su nessun’altra alternativa. Ma se Atene piange, Sparta non festeggia, e neanche al Nord infatti, tolte alcune isole felici, la situazione si presenta particolarmente brillante. Prendiamo un esempio localizzato nella parte opposta della nostra Penisola: in Trentino Alto Adige esistono solo due atenei, quindi la scelta è molto limitata per gli studenti. Per questo motivo gli studenti di Bolzano possono per esempio optare per la facoltà di Economia online proposta da Unicusano, una delle più scelte in questo periodo storico, avendo quindi un altra freccia nella propria faretra, rispetto alle sole due opzioni presenti in regione.
Come abbiamo visto, esistono condizioni di enorme svantaggio per gli studenti che non risiedono nei pressi delle città universitarie e che, per studiare, vi si devono trasferire affrontando minimo 10000 euro di spese ad alunno. Un po’ meno i pendolari, che pure sono costretti a disagi infiniti che non aiutano certo nella concentrazione indispensabile agli studi. Ancora peggiore è la situazione di chi lavora, che si trova costretto a scegliere se lasciare il lavoro, oggi praticamente una follia, o frequentare corsi serali, dove a rischiare il colpo di sonno non sono solo gli alunni. Quindi per chi ha lasciato gli studi, a causa di disagi di natura diversa, laurearsi online rappresenta l’unica chance.

 

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