Cumbertazione: la Cassazione annulla i sequestri e restituisce le aziende ai fratelli Polifroni

129

Nuovi sviluppi dopo le ordinanze cautelari emesse nell’ambito dell’operazione Cumbertazione il 19 gennaio 2017 nei confronti del noto professionista ing. Bruno Polifroni e del fratello Vincenzo.

Dopo le recenti decisioni della Corte di Cassazione e del Tribunale del Riesame che avevano già determinato l’integrale annullamento dell’ordinanza cautelare emesse nei confronti del tecnico, al quale veniva così restituita dignità personale e professionale, due nuove e definitive decisioni della Suprema Corte del 23 novembre u.s. hanno sancito l’immediata restituzione delle aziende a suo tempo sequestrate ai due fratelli ed ai loro soci, annullando tutti i provvedimenti che avevano disposto la misura cautelare.

Emerge quindi sempre più evidente l’estraneità dei fratelli Polifroni alle accuse mosse nei loro confronti nelle suddetta operazione, che nel suo complesso ha visto coinvolti una cinquantina di soggetti ed altrettante aziende sequestrate.

Nel corso delle ultime due udienze di Piazza Cavour, era stata addirittura la Procura Generale a chiedere l’annullamento con rinvio delle ordinanze di sequestro preventivo che avevano colpito le aziende dei Polifroni, ma dopo gli ulteriori chiarimenti forniti dai legali Avv. Armando Veneto, Avv. Clara Veneto ed Avv. Salvatore Pignataro, i quali avevano offerto numerose prove a sostegno della loro tesi, gli Ermellini hanno annullato senza rinvio i provvedimenti di sequestro e disposto l’immediata restituzione agli aventi diritto delle società Pro-gineer Srl e Poliedil Srl,che risultavano ormai sotto sequestro da dieci mesi.

La società di ingegneria Pro-gineer Srl era stata sottoposta a vincolo reale perché riconducibile all’ingegnere Bruno Polifroni, che, diversamente da quanto ipotizzato dalla Pubblica Accusa, è risultato essere completamente estraneo ad ogni turbativa d’asta contestata e, soprattutto, alla presunta agevolazione alla criminalità organizzata, visto che, come la stessa Cassazione aveva già sottolineato, le conversazioni intercettate non disvelavano nulla di illecito “perché si parla di progetti professionali, di misurazioni e di tutta una serie di questioni che chiaramente rientrano nello svolgimento dell’attività professionale” normalmente svolta dall’ingegnere.

Con riferimento alla società di costruzione Poliedil Srl diretta dal fratello Vincenzo, la contestazione su cui si fondava il provvedimento di sequestro aveva ad oggetto la presunta agevolazione di un’altra impresa, alla quale sarebbe stato affidato in modo illegittimo un subappalto per la realizzazione di un opera pubblica, nel corso della quale sarebbe stata posta in essere una frode in forniture pubbliche attraverso utilizzo di materiali difformi per qualità e per quantità rispetto a quanto previsto nel contratto di appalto.

Il collegio difensivo, composto dagli Avvocati Veneto e Pignataro, ha documentalmente dimostrato che la contestazione relativa al subappalto era fondata su un mero equivoco dovuto all’erronea interpretazione del contenuto di una email intercettata.

Con riferimento, invece, alla presunta frode in pubbliche forniture, è stato dimostrato come l’ipotesi accusatoria era sprovvista di elementi probatori, a differenza della versione dei fatti fornita dalla difesa dalla quale, attraverso numerose prove documentali, era emerso che l’opera pubblica era stata realizzata nel rispetto assoluto delle legge, attraverso l’utilizzo di materiali idonei per quantità e qualità; nonché  che all’azienda Poliedil Srl non era stata riconosciuta alcuna somma di denaro maggiore rispetto a quella ad essa spettante per il lavoro effettivamente svolto.

Le aziende, che negli periodi di piena attività garantivano sostegno economico diretto o indiretto a circa quaranta famiglie, ritornano dunque ai legittimi proprietari, i quali potranno riprendere la loro attività imprenditoriale senza alcuna limitazione.

Articolo precedente Il Garante Marziale, interviene sul ferimento del minore straniero non accompagnato nel vibonese:
Articolo successivoLa provincia di Reggio Calabria terz’ultima in Italia per qualità della vita